Intervista con Carles Gorina
Di Matteo Caiti

Gorina fornitore ufficiale ai World Games 2009 per le discipline sportive dedicate al biliardo.
La manifestazione si terrà dal 16 a 26 luglio del prossimo anno a Kaohsiung (Taiwan).

Sorride soddisfatto Carles Gorina, il suo è un successo importante. Il produttore spagnolo di tappeti per il tavolo verde, già partner della Federazione Italiana Biliardo Sportivo, è tra i fornitori ufficiali dei prossimi World Games che si terranno in Asia dal 16 al 26 luglio 2009. 

«È un risultato importante per l’attività del gruppo che rappresento e testimonia che il lavoro messo in campo in questi anni è stato apprezzato a livello internazionale». 

La manifestazione vedrà come protagonisti 35 sport suddivisi in sei categorie: danza e ginnastica artistica, sport di precisione (tra cui il biliardo e le sue discipline), sport con palla, sport di forza, arti marziali e infine sport di tendenza. Più in dettaglio per il mondo del biliardo saranno tre le discipline protagoniste: snooker, pool, carambola tre sponde. E sarà la città di Kaohsiung, a Taiwan, ad ospitare l’evento.
«La federazione taiwanese – spiega Carles Gorina – sta guadagnando posizioni a livello internazionale. Ha forza economica e il numero di tesserati è di tutto rispetto, mentre la disciplina più praticata è il pool».

L’attività dell’azienda Gorina parte da lontano nel 1835 come produttore di tessuti per abbigliamento maschile. Il debutto nel mondo del tappeto verde avviene nel 1924, con un fatturato che fino agli anni settanta fu pressoché interno per poi svilupparsi al di là del perimetro nazionale a partire proprio da quegli anni. Un’apertura in chiave concorrenziale che ha portato nuovi stimoli a tutti i produttori nell’ottica di fare meglio per mantenere o guadagnare posizioni. Il protezionismo locale allentò la presa mentre e tutti i produttori di tappeti dovettero rimboccarsi le maniche per fare sempre meglio e non lasciare quote di mercato ai rivali. 
«L’apertura del mercato internazionale – continua Carles Gorina - fu un toccasana per la nostra industria. Allargammo i nostri orizzonti e l’improvvisa concorrenza ci spinse a fare prodotti sempre migliori. In quegli anni l’innovazione nel realizzare tessuti per panni da biliardo fece passi da gigante. Del resto accade i tutti gli ambiti che il liberismo porta a rinnovarsi di continuo». 

Da allora si concentrarono gli sforzi per la realizzazione di panni da competizione, sempre più in linea con le esigenze degli atleti, accanto a quelli commerciali. E qui ci fu il passaggio dall’utilizzo della lana cardata a quella pettinata, come accade in primis nel mondo della moda. 
«Siamo stati i primi a realizzare panni in lana pettinata nel mondo del biliardo», assicura il produttore spagnolo. E l’innovazione è continua. «Mi è capitato di avere mano il panno con cui si sono giocati i mondiali ad Arezzo nel 1992. Niente a che fare con i panni di oggi. Certo, il salto maggiore si è verificato a cavallo tra gli anni sessanta e settanta ma i miglioramenti ci sono sempre nel cercare il giusto equilibrio tra durata, resa, velocità». 

E i top player cosa ne pensano? «Se vincono per loro il panno è stupendo, se perdono il panno è da buttare», scherza Gorina. 
«Rimane il fatto che siamo in contatto ogni giorno con i giocatori per avere consigli, suggerimenti, idee per migliorare. Sono i nostri consulenti».

Alcuni sono anche testimonial del gruppo come Michelangelo Aniello, campione del mondo 2006, Gianni Bombardi, campione italiano 2004, e in passato il grande Carlo Cifalà, David Martinelli, Fisso Maggio. 
Attualmente, il gruppo Gorina lavora con una cinquantina di Paesi, dove esporta moda stabilisce contatti anche per la commercializzazione di tappeti da biliardo. 

«È il nostro binomio vincente. Cerchiamo di sfruttare i contatti aperti grazie ad un canale per arrivare ad altri. Così funzionano gli affari». 

I principali concorrenti sul mercato sono tre: Simonis (carom e pool), West Of England ed HainsWorth (snooker e pool inglese). Tutti e quattro fatturano circa il 35-40%% del mercato mondiale.
«Il resto – illustra Carles Gorina – è in mano ai produttori locali». 
 

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