I rapporti con CEB (Confédération Européenne de Billiard) e UMB (Union
Mondiale de Billard), i programmi di respiro internazionale, uno spaccato
del mondo del biliardo per scoprire che tutto il mondo è paese con le
stesse difficoltà, fino al tentativo di rilancio dei 5 birilli in chiave
europea. Gabrio Violante
(nella foto), delegato ai rapporti internazionali per la Fibis,
parla a ruota libera fino ad annunciare l’idea di un campionato del mondo
a squadre per i cinque birilli.
Prima lo stop causa foratura e poi un lustro a rincorrere
in salita senza
ammiraglia come supporto.
Una pendenza quasi proibitiva ma ora la vetta è
raggiunta e pure il gruppo. Inizia la discesa ma freddo e neve sono gli
ostacoli da tenere d’occhio ancorché le fatiche più dure, quelle che
trasformano i muscoli in marmo, sono ormai alle spalle. Basta la minima
disattenzione per trovarsi a terra. Smessi i panni del giocatore
(appartenente alla categoria dei Nazionali) è Gabrio Volante, delegato ai
rapporti internazionali per la Federazione Italiana Biliardo Sportivo a
raccontare cinque anni con il fiatone passati in parte a ricucire uno
strappo, quello del dialogo con CEB e UMB, di importanza strategica con
ricadute significative anche sull’attività nazionale (anche in chiave
economica). Perché i buoni rapporti sono la manna in ogni settore. Inutile
nasconderselo. I decision maker vanno avvicinati, con idee e progetti che
riescano a colpire nel segno. Oppure per lasciare una traccia da
ripercorrere in tempi più proficui.
« È stato un lavoro lungo –
racconta Volante – che ha impegnato la nostra federazione per circa due
anni al tempo della presidenza del dottor Principi. Una volta ristabilito
il dialogo, la nostra prima richiesta alla CEB fu quella di creare una
commissione europea per i cinque birilli per rilanciare la specialità sul
palcoscenico internazionale. La proposta fu accolta con l’organizzazione
di una commissione composta da delegati afferenti alle principali
federazioni del Vecchio Continente. La prima riunione dei delegati, sotto
l’occhio vigile della Confédération Européenne de Billiard, si svolse nel
2003 a Legnano in occasione dei campionati del mondo ».
Si trattò di un incontro durante il quale si individuarono i problemi
annosi dei 5 birilli a livello internazionale (come la mancanza di
programmi a lungo termine), si parlò di piani strutturali per favorire la
crescita del movimento,
« convinti - aggiunge Volante - dell’importanza dei progetti locali ma
soprattutto di porsi obiettivi condivisi a livello europeo grazie ad un
dialogo intenso tra tutte le federazioni. Il mio refrain è che una
specialità, come i cinque birilli, possa emanciparsi definitivamente, solo
se cresce in modo omogeneo e non a macchia di leopardo. Le eccellenze come
la nostra, fanno da traino sul piano sportivo ma abbiamo bisogno
dell’appoggio delle altre federazioni per poter fare un salto decisivo. Un
supporto anche economico. Organizzare ogni due anni un campionato del
mondo (il prossimo è in programma a Sarteano a luglio, n.d.r), un
campionato europeo a squadre, un campionato europeo individuale è un
impegno oneroso. La nostra federazione fatica a reggerne l’urto ancorché
gli impegni presi sono stati sempre rispettati al meglio anche in chiave
economica nonostante le difficoltà del passato ».
Una prima riposta importante è arrivata dalla ricca e potente (sul piano
politico) federazione spagnola che nel 2006 ha organizzato il suo primo
mondiale di 5 birilli rompendo il duopolio italo-argentino a parte
l’eccezione del 1989 con la manifestazione organizzata a Chiasso
(Svizzera).
« La federazione spagnola può contare su contributi importanti da parte
Coni spagnolo. Quella con la Spagna è un’alleanza da coltivare per
permetterci ogni tanto di tirare il fiato. È stato un segnale importante
anche per la crescita del movimento in loco ».
Il campionato europeo a squadre
Volante rivendica inoltre l’importanza di un progetto portato a
termine nell’ultimo periodo, il campionato europeo a squadre. Partito nel
2004, il campionato, giocato ogni anno, è giunto nel 2007 alla quarta
edizione. Nel complesso, tre vittorie azzurre e una francese. Quattro le
nazioni ospitanti sinora: Germania (2004), Francia (2005), Italia (2006),
Svizzera (2007).
« Ciò ha favorito la crescita del biliardo in alcune nazioni europee.
Basti pensare che alla prima edizione parteciparono 5 nazioni mentre
all’ultima erano 8 (Italia, Svizzera, Danimarca, Lussemburgo, Olanda,
Francia, Germania, Spagna). Quasi raddoppiate in quattro anni. A dispetto
di quanto si possa pensare sono numeri importanti. Stiamo parlando di
movimenti che solo qualche anno fa erano quasi inesistenti localmente,
della mancanza fino a cinque anni fa di progetti condivisi sul piano
internazionale di ampio respiro. Ora l’obiettivo è di arrivare a 10
nazioni entro i prossimi due anni. L’Ungheria potrebbe essere una delle
prossime ad inserirsi. Per rompere il ghiaccio 2 giocatori ungheresi
hanno partecipato al campionato europeo di Mirabella Eclano ».
Nell’anno della svolta, il 2003, i numeri delle altre federazioni erano
impietosi. La Francia contava una cinquantina di tesserati, la Germania un
centinaio, la Svizzera altrettanti. A distanza di qualche anno Francia e
Germania possono contare su un numero di tesserati che si avvicina al
migliaio. Sta tornando a crescere pure la Danimarca che una decina di anni
fa poteva contare su 500 giocatori, alcuni di ottimo livello (Mortensen e
Sjorup per citarne due).
La crescita è lenta ma continua. Ma il vero problema, aggiunge ancora
Volante, è che le sezioni cinque birilli locali hanno avuto in passato
poco peso politico rispetto a specialità come carambola e pool. Se puoi
mostrare i muscoli ti danno retta, ma con numeri così contenuti era
difficile farsi valere. Allora ecco svelato l’arcano: nessun finanziamento
per poter organizzare le manifestazioni internazionali. Si è iniziato ora
con il campionato europeo a squadre dal costo contenuto. Mentre dopo
l’esperienza spagnola l’auspicio è che qualche altra nazione si faccia
avanti per un campionato del mondo. In passato, l’alternanza c’è stata e
come. Fino al 1990, dei dodici campionati disputati sette si giocarono in
Sud America: sei in Argentina, uno in Uruguay. Da allora molte cose sono
cambiate. Il biliardo sudamericano attraversa un momento difficile. In
Argentina e in Uruguay, nazioni che hanno fatto la storia dei cinque
birilli insieme all’Italia, esistono spaccature in seno al movimento. In
entrambi i paesi c’è da una parte una federazione dall’altra
un’associazione nel cui alveo gravitano molti dei migliori giocatori.
« È in atto una scissione, come avvenuto in passato da noi - spiega ancora
Volante -. Ma come spesso accade le spaccature aggravano problemi
esistenti piuttosto che risolverli. Gli uni vanno in una direzione, gli
altri seguono un percorso diverso. Così i progetti risultano indeboliti
senza un obiettivo comune. Dalla riunione del board CEB di settembre
tenutasi a Berna durante il campionato del mondo a squadre, si è deciso
tra l’altro di dare una mano al Sud America, cogliendo l’occasione offerta
dal centenario della federazione uruguaiana (2009) per organizzare il
primo campionato del mondo a squadre da tenersi proprio in Uruguay. Per
ora è un progetto ancora su carta ma nei prossimi mesi si lavorerà in modo
deciso per portalo a compimento ».
In base allo statuto, l’ UMB può riconoscere solo una realtà biliardistica
presente all’interno dei diversi paesi. Ed è questo che si dovrebbe fare
in Argentina ed Uruguay, identificando l’interlocutore ufficiale a
discapito dell’altro.
« Sempre a Berna – conclude il delegato Fibis – si è deciso di sposare
un’azione politica e diplomatica per tentare di trovare un punto di
incontro tra le due realtà presenti in Argentina e Uruguay da cui partire
per ricomporre la frattura. Con l’obiettivo di unificare i diversi
movimenti. Il dialogo è in corso, l’auspicio è che porti al più presto ad
un risultato positivo ». |


UMB e CEB: la storia
La Confédération Européenne de Billard (CEB) nasce nel 1923. Nello stesso
anno fu fondata la UISAB (Union Internationale des Fédérations des
Amateurs de Billard) più tardi ribatezzata F.I.B. (Fédération Internationale
de Billard). Ma nel 1958, dopo un incontro avvenuto a Ginevra, delle due
ne rimase solo una, la CEB.
Agli esordi i paesi aderenti furono Egitto,
Belgio, Danimarca, Germania, Olanda, Lussemburgo, Polonia, Portogallo,
Svizzera, Spagna, Cecoslovacchia e Grecia.
La crescita della confederazione fu costante negli anni. Attualmente la
CEB include 33 nazioni ed è affiliata all’UMB. Inoltre è stata tra le
promotrici della fondazione nel 1990 della World Confederation of Biliard
Sports, nata con il compito di favorire l’unificazione dei programmi
sportivi del biliardo internazionale. Un obiettivo che coinvolge tutte le
specialità.
Il primo risultato della sua attività si è avuto nel 1998 con
il riconoscimento del biliardo da parte del CIO (Comitato Olimpico
Internazionale quale attività sportiva. Successivamente il biliardo
partecipò nel 2001 ai World Games di Akita (Giappone).
Ora il compito più
arduo. Portare il biliardo alle Olimpiadi. Per Pechino niente da fare. La
speranza è riposta nelle prossime, quelle del 2012 che si terranno a
Londra.
L’Union Mondiale de Billard fu fondata a Madrid nel 1959 dalla CEB e dalla
CSB (Confédération Sudaméricaine de Billard) con il compito di promuovere
la carambola a livello mondiale.
Da qui probabilmente deriva la maggiore
penetrazione internazionale di questa specialità e le sue diverse
declinazioni rispetto ai 5 birilli.
Ora le cose stanno cambiando e uno
degli obiettivi, come raccontato da Gabrio Volante nell’intervista, è di
favorire la diffusione del biliardo puntando su tutte le specialità.
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