BILIARDO, PROGETTI DI CRESCITA SOLIDA
Di Matteo Caiti

I rapporti con CEB (Confédération Européenne de Billiard) e UMB (Union Mondiale de Billard), i programmi di respiro internazionale, uno spaccato del mondo del biliardo per scoprire che tutto il mondo è paese con le stesse difficoltà, fino al tentativo di rilancio dei 5 birilli in chiave europea. Gabrio Violante (nella foto), delegato ai rapporti internazionali per la Fibis, parla a ruota libera fino ad annunciare l’idea di un campionato del mondo a squadre per i cinque birilli.

Prima lo stop causa foratura e poi un lustro  a  rincorrere   in salita senza ammiraglia come supporto.
Una pendenza quasi proibitiva ma ora la vetta è raggiunta e pure il gruppo. Inizia la discesa ma freddo e neve sono gli ostacoli da tenere d’occhio ancorché le fatiche più dure, quelle che trasformano i muscoli in marmo, sono ormai alle spalle. Basta la minima disattenzione per trovarsi a terra. Smessi i panni del giocatore (appartenente alla categoria dei Nazionali) è Gabrio Volante, delegato ai rapporti internazionali per la Federazione Italiana Biliardo Sportivo a raccontare cinque anni con il fiatone passati in parte a ricucire uno strappo, quello del dialogo con CEB e UMB, di importanza strategica con ricadute significative anche sull’attività nazionale (anche in chiave economica). Perché i buoni rapporti sono la manna in ogni settore. Inutile nasconderselo. I decision maker vanno avvicinati, con idee e progetti che riescano a colpire nel segno. Oppure per lasciare una traccia da ripercorrere in tempi più proficui.

« È stato un lavoro lungo – racconta Volante – che ha impegnato la nostra federazione per circa due anni al tempo della presidenza del dottor Principi. Una volta ristabilito il dialogo, la nostra prima richiesta alla CEB fu quella di creare una commissione europea per i cinque birilli per rilanciare la specialità sul palcoscenico internazionale. La proposta fu accolta con l’organizzazione di una commissione composta da delegati afferenti alle principali federazioni del Vecchio Continente. La prima riunione dei delegati, sotto l’occhio vigile della Confédération Européenne de Billiard, si svolse nel 2003 a Legnano in occasione dei campionati del mondo ».

Si trattò di un incontro durante il quale si individuarono i problemi annosi dei 5 birilli a livello internazionale (come la mancanza di programmi a lungo termine), si parlò di piani strutturali per favorire la crescita del movimento,

« convinti - aggiunge Volante - dell’importanza dei progetti locali ma soprattutto di porsi obiettivi condivisi a livello europeo grazie ad un dialogo intenso tra tutte le federazioni. Il mio refrain è che una specialità, come i cinque birilli, possa emanciparsi definitivamente, solo se cresce in modo omogeneo e non a macchia di leopardo. Le eccellenze come la nostra, fanno da traino sul piano sportivo ma abbiamo bisogno dell’appoggio delle altre federazioni per poter fare un salto decisivo. Un supporto anche economico. Organizzare ogni due anni un campionato del mondo (il prossimo è in programma a Sarteano a luglio, n.d.r), un campionato europeo a squadre, un campionato europeo individuale è un impegno oneroso. La nostra federazione fatica a reggerne l’urto ancorché gli impegni presi sono stati sempre rispettati al meglio anche in chiave economica nonostante le difficoltà del passato ».

Una prima riposta importante è arrivata dalla ricca e potente (sul piano politico) federazione spagnola che nel 2006 ha organizzato il suo primo mondiale di 5 birilli rompendo il duopolio italo-argentino a parte l’eccezione del 1989 con la manifestazione organizzata a Chiasso (Svizzera).

« La federazione spagnola può contare su contributi importanti da parte Coni spagnolo. Quella con la Spagna è un’alleanza da coltivare per permetterci ogni tanto di tirare il fiato. È stato un segnale importante anche per la crescita del movimento in loco ».

Il campionato europeo a squadre
Volante rivendica inoltre l’importanza di un progetto portato a termine nell’ultimo periodo, il campionato europeo a squadre. Partito nel 2004, il campionato, giocato ogni anno, è giunto nel 2007 alla quarta edizione. Nel complesso, tre vittorie azzurre e una francese. Quattro le nazioni ospitanti sinora: Germania (2004), Francia (2005), Italia (2006), Svizzera (2007).

« Ciò ha favorito la crescita del biliardo in alcune nazioni europee. Basti pensare che alla prima edizione parteciparono 5 nazioni mentre all’ultima erano 8 (Italia, Svizzera, Danimarca, Lussemburgo, Olanda, Francia, Germania, Spagna). Quasi raddoppiate in quattro anni. A dispetto di quanto si possa pensare sono numeri importanti. Stiamo parlando di movimenti che solo qualche anno fa erano quasi inesistenti localmente, della mancanza fino a cinque anni fa di progetti condivisi sul piano internazionale di ampio respiro. Ora l’obiettivo è di arrivare a 10 nazioni entro i prossimi due anni. L’Ungheria potrebbe essere una delle prossime ad inserirsi. Per rompere il ghiaccio 2 giocatori ungheresi hanno partecipato al campionato europeo di Mirabella Eclano ».

Nell’anno della svolta, il 2003, i numeri delle altre federazioni erano impietosi. La Francia contava una cinquantina di tesserati, la Germania un centinaio, la Svizzera altrettanti. A distanza di qualche anno Francia e Germania possono contare su un numero di tesserati che si avvicina al migliaio. Sta tornando a crescere pure la Danimarca che una decina di anni fa poteva contare su 500 giocatori, alcuni di ottimo livello (Mortensen e Sjorup per citarne due).
La crescita è lenta ma continua. Ma il vero problema, aggiunge ancora Volante, è che le sezioni cinque birilli locali hanno avuto in passato poco peso politico rispetto a specialità come carambola e pool. Se puoi mostrare i muscoli ti danno retta, ma con numeri così contenuti era difficile farsi valere. Allora ecco svelato l’arcano: nessun finanziamento per poter organizzare le manifestazioni internazionali. Si è iniziato ora con il campionato europeo a squadre dal costo contenuto. Mentre dopo l’esperienza spagnola l’auspicio è che qualche altra nazione si faccia avanti per un campionato del mondo. In passato, l’alternanza c’è stata e come. Fino al 1990, dei dodici campionati disputati sette si giocarono in Sud America: sei in Argentina, uno in Uruguay. Da allora molte cose sono cambiate. Il biliardo sudamericano attraversa un momento difficile. In Argentina e in Uruguay, nazioni che hanno fatto la storia dei cinque birilli insieme all’Italia, esistono spaccature in seno al movimento. In entrambi i paesi c’è da una parte una federazione dall’altra un’associazione nel cui alveo gravitano molti dei migliori giocatori.

« È in atto una scissione, come avvenuto in passato da noi - spiega ancora Volante -. Ma come spesso accade le spaccature aggravano problemi esistenti piuttosto che risolverli. Gli uni vanno in una direzione, gli altri seguono un percorso diverso. Così i progetti risultano indeboliti senza un obiettivo comune. Dalla riunione del board CEB di settembre tenutasi a Berna durante il campionato del mondo a squadre, si è deciso tra l’altro di dare una mano al Sud America, cogliendo l’occasione offerta dal centenario della federazione uruguaiana (2009) per organizzare il primo campionato del mondo a squadre da tenersi proprio in Uruguay. Per ora è un progetto ancora su carta ma nei prossimi mesi si lavorerà in modo deciso per portalo a compimento ».

In base allo statuto, l’ UMB può riconoscere solo una realtà biliardistica presente all’interno dei diversi paesi. Ed è questo che si dovrebbe fare in Argentina ed Uruguay, identificando l’interlocutore ufficiale a discapito dell’altro.

« Sempre a Berna – conclude il delegato Fibis – si è deciso di sposare un’azione politica e diplomatica per tentare di trovare un punto di incontro tra le due realtà presenti in Argentina e Uruguay da cui partire per ricomporre la frattura. Con l’obiettivo di unificare i diversi movimenti. Il dialogo è in corso, l’auspicio è che porti al più presto ad un risultato positivo ».






UMB e CEB: la storia

La Confédération Européenne de Billard (CEB) nasce nel 1923. Nello stesso anno fu fondata la UISAB (Union Internationale des Fédérations des Amateurs de Billard) più tardi ribatezzata F.I.B. (Fédération Internationale de Billard). Ma nel 1958, dopo un incontro avvenuto a Ginevra, delle due ne rimase solo una, la CEB.

Agli esordi i paesi aderenti furono Egitto, Belgio, Danimarca, Germania, Olanda, Lussemburgo, Polonia, Portogallo, Svizzera, Spagna, Cecoslovacchia e Grecia. La crescita della confederazione fu costante negli anni. Attualmente la CEB include 33 nazioni ed è affiliata all’UMB. Inoltre è stata tra le promotrici della fondazione nel 1990 della World Confederation of Biliard Sports, nata con il compito di favorire l’unificazione dei programmi sportivi del biliardo internazionale. Un obiettivo che coinvolge tutte le specialità.

Il primo risultato della sua attività si è avuto nel 1998 con il riconoscimento del biliardo da parte del CIO (Comitato Olimpico Internazionale quale attività sportiva. Successivamente il biliardo partecipò nel 2001 ai World Games di Akita (Giappone). 

Ora il compito più arduo. Portare il biliardo alle Olimpiadi. Per Pechino niente da fare. La speranza è riposta nelle prossime, quelle del 2012 che si terranno a Londra.
L’Union Mondiale de Billard fu fondata a Madrid nel 1959 dalla CEB e dalla CSB (Confédération Sudaméricaine de Billard) con il compito di promuovere la carambola a livello mondiale.
Da qui probabilmente deriva la maggiore penetrazione internazionale di questa specialità e le sue diverse declinazioni rispetto ai 5 birilli.

Ora le cose stanno cambiando e uno degli obiettivi, come raccontato da Gabrio Volante nell’intervista, è di favorire la diffusione del biliardo puntando su tutte le specialità.

 

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